Anoressia e bulimia: dieci anni di esperienza e ricerca


Il cibo ha sempre rappresentato per gli uomini sia nei momenti di scarsità (guerre, carestie, povertà) sia nei momenti di abbondanza, un valore che è sempre andato ben al di là del cibo stesso.
A cominciare dall’inestricabile connubio tra il latte offerto dalla mamma al proprio bimbo, tanto quanto l’amore e l’accudimento con il quale il latte stesso gli è offerto.
Ecco che il cibo sta a rappresentare amore, offerta di sé, accudimento, calore emotivo e non solo.
Al contrario, nella sottrazione del cibo, voluta o imposta, si va ben oltre il valore dell’alimento, si cerca di imporre un potere su una o altre persone, con lo scopo di ottenere qualcosa: ad esempio con lo sciopero della fame ci si vuole sottrarre al carceriere, al padrone, al potere…
Radicalizzando il discorso potremmo dire che il cibo influenza sempre le nostre coscienze, ha inevitabili ricadute emotive ed affettive sia sul versante della gioia e gratificazione che sul versante della sofferenza.
I disturbi del comportamento alimentare riguardano tutti gli esseri umani, sappiamo tutti che le pene d’amore fanno perdere appetito e quindi peso, il matrimonio fa “prendere” peso, quando siamo tristi cerchiamo consolazione nei dolci e nella cioccolata e per fare contente mamme e suocere sicuramente prenderemo peso; per non parlare dei viaggi, in India ed Estremo Oriente si perde peso, un viaggio negli USA comporterà facilmente sovrappeso e via così.
Se queste situazioni sono transitorie, anche se della durata di mesi, balzano agli occhi situazioni in cui il cibo prende un potere del tutto particolare per alcuni soggetti: sembra salti il rapporto, pur complesso, come vedevamo prima, tra alimento e soggetto stesso, il cibo diviene un po’ alla volta e inesorabilmente ciò da cui proteggersi, allontanarsi, tenere sotto controllo come fosse veleno: si manifesta l’anoressia.
Al contrario, altri soggetti sembrano non potere fare a meno di sognare e pregustare abbuffate di cibi scelti con cura o a caso, preparano cene per quattro che mangiano da soli, senza essere visti e poi, per taluni il vomito è la soluzione che sembra mettere tutte le cose a posto, in una specie di contabilità tra il più del cibo ed il meno del vomito: qui si manifesta la bulimia.
Con il termine “disturbi del comportamento alimentare”, comprendiamo quindi uno spettro molto ampio di situazioni di disagio incentrate su un difficile e complesso rapporto con il cibo.

 
 


Dott. Massimo Felici
- psicologo, psicoanalista